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Danganronpa 2 [Recensione Parte 2]

Bentornati sull’isola della morte, questa volta lo spoiler regna sovrano! (EcheCazzo!)
L’ho finito, alleluja! Invero c’è da ringraziare la ravvicinatissima recensione precedente se ho ripreso subito in mano il gioco (insomma c’è stata giusto qualche oretta di pausa, contro la settimana che avevo preventivato -a scanso di equivoci parlo del weekend scorso stamani ero all'uni, stasera sono all'uni, ecc...) perché mentre scrivevo mi sono venuti dei dubbi e ho ricontrollato sulla PSV finendo così per andare avanti.
In definitiva è meno peggio di quanto temessi da quei 3 capitoli “recensiti” precedentemente, perché successivamente la storia inizia a carburare, ma è innegabile che comunque la qualità inferiore e i difetti siano sempre quelli...

Riciclami tu o mi riciclo io
Come già detto i personaggi e le situazioni erano un po’ troppo da déjà vu, ma in perfetto stile jappico hanno trovato una folle scusa per tutto questo (più o meno):
I nostri cari studenti vivono in una simulazione, ecco spiegate le righe di codice che appaiono random e i problemi di visione del nostro protagonista (dopo aver visto la fabbrica vi eravate riconvinti che Hajime fosse un androide? Beh avevate sbagliato, sono tutti finti! –anche se in altro modo, e i robot n’ centrano nulla).

Alcuni dei vecchi Ultimate stanno combattendo i rimasugli della setta di pazzi di Junko, e cercando i sopravvissuti alla Tragedia della Hope Academy incappano nei nostri 15 studenti (come sempre c’è il fake one, anche se in questo caso è buono) solo per scoprire che non sono dei sopravvissuti qualsiasi ma i resti dell’Ultimate Despair, ovvero i fedelissimi di Junko che alla sua morte si sono dati al massacro indiscriminato e alle ultime follie prima che il mondo torni alla normalità.
Catturati e portati via, nonostante la Future Foundation li voglia morti, i vecchi Ultimate riescono a riciclarli come cavie e li infilano in un programma gestito da Alter Ego, il Neo World Program, che dovrebbe ricreare una mondo fittizio (appunto la gita) allegro e puccioso in modo che possano sostituire gli ultimi anni –all’insegna della disperazione– con ricordi più allegri così da eliminare il lavaggio del cervello che gli ha fatto Junko, altrimenti li ammazzano e tanti saluti.
Però qualcosa va storto, qualcuno si è portato dietro un virus e ha infettato il programma (ironia della sorte non viene spiegato per bene come Hajime ficchi ‘sta chiavetta o dove la nasconda *sorrisetto yaoistico*) facendo si che Monokuna/Junko rinasca sulla calda isoletta sotto forma di alterego virtuale, e faccia il solito casino.

Tutta la faccenda dei rimasugli della Ultimate Despair è la parte più interessante del gioco ma non viene affatto ben gestita, o minimamente accennata durante gran parte della storia, se non quando, nell’ultimo capitolo (totalmente folle sul piano stilistico, ma anche molto riciclato visto che sono le “100 vedute della vecchia Hope Academy” *Nihei style*), i nodi iniziano a venire al pettine anche se in maniera ben diversa del primo Dangan perché in questo caso è tutto all’insegna della follia virtuale buttata lì e per 10 minuti sarete completamente smarriti in un capitolo che non ha alcun senso.
Durante il Class Trial Junko si “rivela” e appare sotto forma di stiloso cellulare in mano a una muta Junko gigante e vista la perplessità generale arriva prima Naoto, e poi Kyoko e Byakuya, a salvarli anche se è una salvezza dalle tinte alquanto grigie, infatti l’unico modo per evitare che Junko esca dal mondo virtuale è stroncare il programma, questo vuol dire un fallimento totale del progetto, e che i falsi ricordi e i falsi studenti virtuali verranno cancellati completamente! Ovviamente i più colpiti dalla cosa saremo proprio noi -ovvero Hajime- che nella realtà non è solo un pazzo alla ricerca della disperazione ma anche la cavia di un esperimento della Hope Academy che l’ha reso completamente un’altra persona.
Il motivo per cui è l’unico sopravvissuto delle Riserve (che han fatto un suicidio di massa istigati da Junko, in quanto menti inferiori) è perché il suo amore per l’istituto l’ha reso il perfetto soggetto per l’esperimento che doveva rendere dei geni i comuni studenti, ma poi è finito per le mani di Junko e così ha trucidato 13 compagni (vedi l’aula insaguinata di DG) dando il via alla Tragedia.
Purtroppo dopo un po’ di “lo faccio/non lo faccio” come al solito il protagonista cade preda della disperazione e l’essere virtuale di turno lo fa rinsavire facendolo infiammare peggio di un Saiyan e così il boss finale finisce al creatore (l’avete già sentita?).
La folle luce della speranza che si irradia da Hajime convince gli altri e resettano il programma sperando in un miracolo che permetta loro di non risvegliarsi come un branco di terroristi assetati di sangue, cosa che ‘ovviamente’ accade e nell’epilogo vedremo i soliti 3 “vecchi” Ultimate lasciare andare quanto rimasto degli Ultimate Despair ora che, a quanto pare, sono un po’ meno disperati e vogliono solo aiutare i compagni in coma –ovvero quelli morti nel mondo virtuale; mentre Hajime (tagliati i capelli) resta a terra per vivere una vita normale... Really? Un pluriomicida lo lasci al molo mentre fai andare a largo un gruppetto di folli? Ooook~

Purtroppo tutta la parte “siamo Ultimate Despair, ti uccidiamo e ti mangiamo” è accennata e basta, le informazioni vengono buttate lì senza andare troppo a fondo.
Viene detto che alcuni di loro si sono mutilati, altri hanno sacrificato familiari e affini alla follia di Junko, ecc... Ma non viene detto nulla di specifico, le uniche dirette fonti del periodo “Disperati Cronici” sono la follia di Mikan a fine del processo che la eliminerà (e che in breve ci fa capire che era innamorata cotta di Junko che l’aveva “salvata” dai maltrattamenti) e il capitolo 0 che ci mostra un Hajime capellone, cupo e saccente che parla con un Nagito ancora più pazzo e con un braccio di Junko (recuperato chissà come –oh beh a quanto pare han provato a “procreare” anche coi resti del cadavere...) al posto del suo *lovely -.-*
Invero c’è anche quella foto di Hiyoko adulta, ma non dice molto...

Secondo me è una grande mancanza, è vero che il centro della vicenda è la (noiosa) gita virtuale e lo scopo principale di questo gioco era spiegare l’unico punto oscuro rimasto del precedente (ovvero la faccenda della tragedia personale della Hope Academy), ma è molto fine a se stesso e dopo aver accennato al fatto che sono terroristi mi sarei aspettata di più anche perché (facendo finta di non vedere nuovamente l’errore di fondo di questi studenti che dopo 3 anni hanno i medesimi vestiti e aspetto) il politically correct in Dangan non esiste e ormai hai fatto ennemila scene splatter, e hai detto che hanno fatto cose orribili tanto vale finire il discorso, no? Invece non si vede nemmeno come si siano ridotti, si può supporre che “quello che si è strappato un occhio” sia Fuyuhiko, visto che a metà simulazione lo perde, si può supporre che il “my beloved” di Mikan sia riferito a Junko ma (ad esempio) non viene detto come Sonia usi le risorse del suo regno e che fine gli faccia fare o cose così... Non vediamo nemmeno i loro nuovi aspetti, dopo 3 anni di sopprusi e auto-afflizioni varie, l’unico che vediamo è Hajime che... è uguale a come era nella simulazione O.o Non avevi i capelli lunghi? Non dovevi avere 3 anni in più? Non dovevi essere uno psicopatico rompicazzo!? Alla faccia del miracolo virtuale che ti ringiovanisce, instupidisce la Future e ti regala una nuova vita come se nulla fosse!
Della serie tutte quelle fisime su “premo o non premo” erano totalmente inutili...

Sotto il sole tropicale è come essere all’ombra di un perno di ferro
Come già accennato la storia ha qualche buco ed è generalmente molto simile al primo tant’è che ogni tanto Monokuma stesso commenterà “ma non l’ho già sentita questa?” (vi assicuro che alla quinta volta non farà più ridere), parte della scusa che hanno dato gli sviluppatori è che si tratta di una simulazione, una simulazione per dare speranza basata ovviamente sull’esperienza dei “vecchi” Ultimate modificata poi da Junko-virus, che comunque era l’ideatrice anche delle torture di DG, insomma con queste premesse non stupitevi se mi sembreranno cose già viste e per di più la cosa viene ufficializzata quando, ad un certo punto, i nostri protagonisti analizzano i casi e notano che il primo è un omicidio per evitarne un’altro, il secondo c’ha di mezzo una serial killer (falsa), ecc...
Il gameplay è rimasto generalmente invariato, c’è qualche fastidiosa novità nei Class Trial e le skill secondarie si possono comprare (questo ha fatto si che diventassero più importanti, tant’è che non avendole mai comprate non ho sbloccato il trofeo del perfect game -.-) ma di base ruota tutto attorno ai dialoghi, a una lieve esplorazione 3D in alcune aree (strapiene di muri invisibili e altri problemi) e scenari 2D con vari punti d’interesse (e come già accennato alcune location sono totalmente prive di utilità).

Le poche animazioni restano legnose e, come già detto, musiche e dialoghi di Monokuma sono praticamente gli stessi del vecchio gioco ed è anche stato riutilizzato qualche doppiatore (USA, JP o entrambi) mentre le parti comiche restano sempre e comunque una zappa nel fianco (really, una zappa!) in parte perché di base l’umorismo jappo non è proprio nelle corde di noi occidentali (gap culturale o meno) e per di più questa è la versione “adattata” dagli americani, è praticamente impossibile che strappi più di un vacuo sorriso a un italiano -.-
Come sempre, visto che mi è venuto in mente scrivendo “adatta”, la Nis ha fatto un buon lavoro anche se adattando alcune cose nella solita maniera burina per cui le varie attività extrascolastiche giapponesi cambiano totalmente di significato e invece dei mochi la gente ama le ciambelle... Inoltre questo seguito ha qualche erroretto in più nei testi (a capo mancati e frasi tagliate) ma niente che mini eccessivamente la lettura, d’altro canto il gioco è uscito alla svelta sia in patria che da noi, e dovevano sfruttare il successo del precedente prima che sfumasse del tutto~
Comunque sul fronte adattamento ne parleremo in futuro perché, yep, è trapelata la giusta notizia... Finito Amai passo alla traduzione delle novel di Dangan, partendo proprio dalla “E Se...” presente in questo gioco (santo transcript salvami tu!) quindi le note abbonderanno *fufufu*

Usami-san salvaci tu!
In definitiva che dire, in realtà il gioco mi è piaciuto soprattutto quando inizia finalmente a ingranare ma mi sarei aspettata di più, non tanto sul fronte di innovazioni a livello di gameplay (andava benissimo quello vecchio) ma una storia più particolareggiata e meno riciclata, per di più le fasi finali sono totalmente incomprensibili per qualcuno che non ha giocato a quello prima e, sarò ripetitiva, la formula del Dangan Re (che relega questo 2 quasi a uno spin-off della storia del primo) mi sembrava la cosa migliore...
Se avete amato il primo questo dovete assolutamente provarlo (magari rubacchiandolo a un amico o aspettando che cali di prezzo) ma rispetto all’altro non è nulla di innovativo e comunque l’Another è uno sparacchio quindi mettevi l’anima in pace per i prossimi due anni~

Piccola nota aggiuntiva, Brain Washy-Washy time!
Il motivo per cui ho ironicamente sempre scritto "Rimasugli degli Ultimate Despair" è perché il termine giapponese con cui li definiscono è 残党 (zantō) che è stato adattato in inglese col termine "remnants" (resti, residui e affini che dir si voglia), ma in realtà il termine Zantou è molto più specifico letteralmente vuol dire "resti di una fazione (avversaria) sconfitta" > lo so che è cattivo, ma la trovo una cosa assurdamente folle, altro che cultural gap!

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