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Recensione a Rayearth & commento su RiG

Come mai faccio ORA la recensione di un manga/anime del secolo scorso?
In realtà non c’è alcun motivo particolare quali anniversari o simili (credo), semplicemente mentre sistemavo camera -sempre per la faccenda della casa mezza allagata di un mese fa- mi è ricapitato per le mani Magic Knight Rayearth nella sua riedizione più recente e ho deciso di rileggerla (vedi sotto).

Invero tutto è iniziato da RG VEDA, che resta tutt’ora il mio CLAMP preferito; è spuntata prima la sua versione Magic e poi la vecchissima della Planet –una sorta di segno del destino perché quella nuova non l’ho mai finita di comprare e quindi, anche se conosco la storia a memoria, per leggerlo tutto devo tirare fuori le sottilette Planet.
Fortunatamente negli anni (ormai 5?) l’edizione extralusso Magic ha smesso di puzzare terribilmente d’inchiostro –era davvero terribile l’odore!

Non c’è molto altro da dire, la versione Magic è ennemila volte meglio della vecchia Planet non solo per una confezione più “figosa” (volumi di stazza giusta con sovracoperta double-face e illustrazioni interne su carta patinata) ma anche grazie a una maggiore cura nel lettering, nei dialoghi veri e propri –talvolta le due versioni differiscono non poco- e nelle note a fine volume e non solo.
Prendiamo ad esempio gli extra comici delle CLAMP a fine volume: nella edizione vecchia non veniva data alcuna spiegazione su di essi –totalmente incentrati su programmi tv giapponesi di quei tempi- e molte frasi sono state arbitrariamente cambiate.
Inoltre la differenza nella qualità di stampa tra le due edizioni è immensa, i volumi Planet sono talmente sbafati e neri che alcune tavole sono talmente scure da essere quasi illeggibili, cosa già resa difficile alla base da una scelta di font non proprio nelle mie corde (really, un font da telefilm sci-fi?)

Ovviamente la prima cosa che salta all’occhio dell’edizione Planet è il volume sottiletta che andava tanto di moda allora, con le cover (dal logo atroce) che sono per metà quelle originali giapponesi e per metà invece usano le illustrazioni interne perché, avendo diviso i volumi, non c’era molto altro che potessero fare (insomma, mica potevano far uscire 2 volumi con la stessa cover e solo il numero diverso, no?); inoltre alcune cover –soprattutto quelle “inventate”– hanno le illustrazioni incredibilmente sgranate.

Parte di questa differenza abissale la si può attribuire a un fatto generazionale: quando RG VEDA è uscito la prima volta il mondo, e il mercato manga italiano, non aveva nulla a che vedere con quello odierno.
Le sottilette erano normali, l’assurdo angolo della posta da Topolino era normale, ed era normale anche una certa incuria nella pulizia delle tavole (yep, l’edizione Planet è piena di illogiche patch bianche... d’altro canto lo fanno ancora oggi).
Nessuno si sconvolgeva per queste cose e quindi, nonostante l’abisso tra le due edizioni, nonostante i volumi Planet urlino “ora mi scollo” e un paio si siano rovinati nel trasloco, nonostante i dialoghi un po’ inventati, nonostante le onomatopee che puzzano tanto di edizione americana (cof cof), nonostante tutto questo e molto altro devo comunque ringraziare questa disastrosa edizione “vecchia” per avermi fatto conoscere quest’opera! *heropose –non tutto il male vien per nuocere*

Alla Magic va invece l’onore di avermi fatto leggere come dio comanda ‘sta povera serie e di avermi fatto notare, dopo anni e anni (n.b. la vecchia edizione l’ho ereditata, nel ’99 ero un po’ piccola) che sono “nata” yaoista e non me ne sono nemmeno resa conto... Davvero! Ho tipo avuto un epifania quando vidi l’annuncio della Magic della serie “Oh, riesce RG Veda, che bello!... Aspetta un po’, ora che ci penso... e poi... O.o ma è uno sho-ai! *epic fail, e meno 20anni di vita*”
Comunque non sono qui per parlare di questo CLAMP, ho allungato il brodo e modificato il titolo all’ultimo minuto perché in realtà dovevo solo dire “ho riletto Rayearth perché mi è capitato davanti subito dopo RG” ma il quasi-primo manga della Suppy meritava due paroline in più, no? NO!?

Rayearth, come Sailor Moon, l’ho visto in tv da piccola e allora l’ho letto in forma di sottiletta comprato in edicola (e nemmeno in maniera regolare), purtroppo quei volumi han fatto una brutta fine da tanto tanto tanto tanto tempo e in entrambi i casi mi sono gettata appena possibile sui volumi della nuova edizione, anche perché non ricordavo un H di quanto letto da piccola (del “visto” qualcosa ricordo, anche perché è andato in tv in loop per una vita).
Anche se in maniera diversa entrambe le opere mi hanno un po’ deluso:
all’inizio sono crollata su Sailor Moon (manga) e ho smesso di leggerlo dopo pochi volumi –solo di recente l’ho riletto tutto d’un fiato, sempre a causa della camera allagata, e l'ho un minimo rivalutato nonostante gli inglesismi random e gli archi con il plot fotocopiato;
mentre per Rayearth non ero certa di come fossero andate le cose, l’anime non lo vedo da tanto, ma ne ho un ricordo abbastanza chiaro (e di una riedizione Yamato con Caldina bolognese che non ho mai visto), ma il manga, nella sua nuova edizione “fighetta” uscita da pochi anni (2011), era lì davanti a me e non ricordavo una singola tavola...
Così tra ieri e oggi mi sono rimboccata le maniche e ho riletto Magic Knight Rayearth 1 & 2.

È d’obbligo leggere entrambe le serie, perché alla fine è una storia unica, ma forse Rayearth ha il merito di avermi fatto notare che, beh... Ho sempre odiato le CLAMP e non è solo per un fatto di “recente” riassetto del gruppo o maturazione mia XD
Davvero metà delle serie CLAMP non le reggo, soprattutto quelle recenti, le uniche che ho per intero sono: RG, Sakura e Chobits.
Ne ho iniziate altre (ho pure comprato il primo volume della nuova edizione di Drugs, giusto perché certa gente rompeva, perché altrimenti col cavolo che avrei iniziato una serie interrotta? Risultato > “ma che è ‘sto schifo?”) e ne ho ereditate diverse, tipo X, ma già prima di Tsubasa avevo capito che non era cosa per me, il massimo dell’assurdità visto che in teoria (come per la Kaori) dovrebbero fare cose perfettamente nelle mie corde... Ma siamo incompatibili e a quanto pare –anche se non lo credevo– lo siamo da sempre, salvo che in rarissimi casi.

Magic Knight Rayearth 1
In 3 volumi incontriamo le nostre protagoniste e seguiamo il loro viaggio per il magico mondo di Cefiro; nelle prime pagine andava tutto bene: le ragazze alla Tokyo Tower, l’incontro con Clef ecc... c’era una certa fastidiosa aria di fretta ma d’altro canto conoscevo la storia e me lo aspettavo che il manga accelerasse un po’ le tappe perché altrimenti in 3 volumi non avrebbero potuto raccontare tutto.

Col primo volume è andata relativamente bene, troppe scenette comiche e chibi oltre a uno stile di disegno più semplicistico (che stonavano dopo RG) e c’era sempre la sopracitata fretta nel raccontare, ma tutto sommato era ancora il Rayearth che conoscevo –anche se nella mia mente riaffiorava l’anime con tutti i suoi crismi, censure e filler.
Già dal secondo volume la faccenda ha iniziato a stridermi perché iniziavano a spuntare le varie divergenze con l’anime che si era preso più tempo per narrare la storia.
Nel manga le protagoniste risultano ancora più piatte e stereotipate di quanto ricordassi e salvo la main (Hikari) le altre hanno ancora meno battute di certi comprimari.

Ho apprezzato che Alcyone crepasse per davvero, non ricordo se era una “divergenza d’opinione” della Mediaset (leggasi: censura) ma nell’anime non moriva nel vero senso del termine; purtroppo nel manga risulta essere una antagonista filler totalmente inutile, anche la straziante scena del suo amore non corrisposto viene liquidata in due vignette mentre invece nell’anime, almeno per due secondi, ti dispiacevi per lei (soprattutto se ancora non sapevi i risvolti shota holic di Zagato)

Il risveglio dei vari Managuerrieri nel manga è abbastanza infimo e ripetitivo: nell’anime c’era un minimo di viaggio tra uno e l’altro (e l’uso improprio di Mokona come toolkit, cosa che viene accennata in un dialogo del manga ma che poi non ha riscontri con quanto narrato) e anche se la formula era sempre quella: una fuori gioco, le altre combattono contro l’antagonista di turno, fallisco e l’altra le salva (se non erro nell’anime non stavano impalate in trance ma erano proprio in un’altra stanza a dialogare con lo spirito), c’era un po’ più di dinamismo.

I personaggi si accumulano senza un motivo, cattivi usa e getta e scene di combattimento assurdamente confuse –in realtà tutti i primi 3 volumi hanno delle tavole incredibilmente caotiche– situazioni contraddittorie e tanto caos! Il manga sembra quasi un riassunto di quello che ricordavo, anzi sembra che qualcuno si sia dimenticato di stampare metà delle pagine.
Il combattimento “finale” durava tipo 3-4 puntate, invece qui entra in campo Zagato che prende in prestito un luogo comune per scusare l’esistenza del suo robottone, da’ un paio di fendenti e poi trapassa... A Em-tan spuntano le tette e va a litigare coi suoi cari "guerrieri di un mondo lontano", SBAM SBADABUM e morirono tutti felici e contenti... CHE!? Dove sono finite tutte quelle scene strappa-vene che ricordavo? Oltre a essere incredibilmente pilotato il finale “segreto” dura solo una manciata di pagine in cui la gente in due vignette riesce a entrare in luoghi remoti e uscire fuori per massacrarsi di botte.

Così finisce la prima serie e la scena della morte della principessa non mi smuove nulla se non un vago sentore di rabbia (oltre alla sensazione di aver letto un catalogo di bozze di costumi per un RPG mai uscito).

Magic Knight Rayearth 2
La seconda serie ha un paio di preghi: la trasposizione animata la ricordo molto meno, e le tavole manga -grazie a dio- sono più pulite e organizzate.
Ok, ha anche il pregio di raccontare una storia un po’ più cupa e di spazzare via i fondali pre-confezionati fantasy che dovevano descrivere il bel mondo di Cefiro, ma che a livello di trama servivano a meno di 0.

Dopo il brusco, bruscosissimo finale, ritroviamo le nostre tre protagoniste semi-depresse perché hanno ucciso una povera principessa e il suo amato prendendo troppo alla leggere un mondo che pareva un videogame (alleluja, un po’ di caratterizzazione).
Incapaci di dimenticare l’avventura le tre, guidate dal destino, tornano alla Tokyo Tower e per qualche “strano” (e credo non spiegato –nel manga) motivo tornano a Cefiro trovandolo sull’orlo della rovina e in procinto di essere invaso dai mondi circostanti visto che non c’è più nulla a proteggerlo.

La seconda serie butta alle ortiche l’ambientazione patinata fantasy per una un po’ più post-apocalittica, fortunatamente viene anche ridotta drasticamente la parte “siamo tutte amicicce strafatte d’acido, lovely lovely” in vista di una certa maturazione delle protagoniste (anche se passiamo dall’amicizia all’amore, santo shojo ridammi le mie "svergognate" divinità indù...)
Restano comunque alcune parti della trama un po’ campate in aria come la scarsa caratterizzazione degli invasori e le loro motivazioni all’acqua di rose e poco logiche (tra colonizzatori che non vogliono sembrare invasori e ragazzine viziate che però sono grandi regnanti... ma dove!?) e, un po’ come con le tre protagoniste, la tripletta non funziona e Hikari brilla su tutti come Aquila/Eagles subissa gli altri invasori fin dal primo sbadiglio.

La serie è comunque più tollerabile nei suoi cliché (solo io continuo a pensare che la caratteristica di Lantis e Zagato di avere la stessa voce sia solo perché una delle CLAMP si era invaghita del doppiatore? È pur sempre l’uomo che ha dato la voce a Sterk e Nobunaga!) e nel ripetere un po’ la formula della precedente, ma con più calma.
Ritornano tutti i personaggi (non morti) tant’è che il lettore si ritrova inevitabilmente a pensare -in mancanza dei filler dell’anime- che a Cefiro vivano giusto le solite 10 persone e basta, per di più tutte intente a inciuciare (senza motivo) con la persona che hanno di fianco.
Il finale vero e proprio, anch’esso pilotato, di Hikari nuova colonna portante (svogliata) di Cefiro è in parte rallegrato dall’altra rivelazione su Mokona “er Creatore Supremo”, anche se l’aver usato Tokyo come (illogico) teatro di battaglia per lo scontro finale temo fosse dettato principalmente da un riciclo degli sfondi, per di più mi manca tutta la sottotrama sulla corona di Em-chan e il lago illusorio che la proteggeva *sospiro*

In realtà il motivo della immensa differenza tra l’anime e il manga è che la Nanase (capa delle CLAMP e sceneggiatrice di Rayearth) aveva effettivamente scritto due sequel della prima serie, una versione è stata usata per il manga e una per l’anime; d’altro canto non è una novità che in CLAMP si facciano diverse versioni della storia e più di una venga poi resa “nota al pubblico”, basti pensare alla trama side-story degli OAV (o a Tsubasa e affini).

Tirando le somme trovo il manga appena sufficiente, troppo facilone e pieno di plot hole, ma (come per le patch Planet) era una cosa tipica dell’epoca il fatto che la trasposizione animata –nonostante i filler (e le censure da noi)– fosse più curata e “vedibile” del manga da cui era tratto... Insomma tutto l’opposto di ora in cui le serie anime durano una manciata di episodi, a metà gli animatori vanno in sciopero e –nel migliore dei casi– l’anime è la fotocopia esatta del manga, scena per scena, ma col rischio di non vedere mai il finale se la serie non vende abbastanza da motivarne una successiva! Salvo nei fortunati casi di manga mooolto brevi che riescono a essere trasposti in 12 o 24 episodi...

Purtroppo non tutto delle CLAMP mi è digeribile, anzi, e in parte è colpa della struttura stessa del gruppo perché, un po’ come accade anche nello staff dei gruppi mangascan, se sbagli la convergenza viene uno schifo; alcuni gruppi sono in perfetta sintonia tra loro e quando ogni persona è al posto giusto viene un gran ben lavoro ma basta una singola persona nel posto sbagliato (tipo una traduttrice inutilmente volgare o una caotica organizzatrice delle pagine) e va tutto in malora.

E con questa nota deprimente vi lascio~
p.s ma non dovevi rellare oggi??

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