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Ousama Game, Recensione Novel-Manga

Eccoci qui, in immenso ritardo (tanto che ho dovuto rileggermeli entrambi) a recensire una delle prime uscite pack novel+manga della Panini (se non erro in questi giorni è uscito anche il primo volume della novel di Yakumo, qualcuno farà i salti di goia ma io fingerò di non aver visto nulla --> in realtà l'ha comprato e si chiede ancora perché).
La recensioncina è alquanto veloce e poco dettagliata visto tratta di 2 cose e inoltre al momento è uscito solo un volume del manga (sono ancora convinta che non sia affatto geniale far uscire il primo volume del manga insieme la novel in cui è narrata tutta la faccenda dall’inzio alla fine, seconda serie a parte [ma poi li hanno comprati i diritti per quella???]).
Nota optional: Scrivo “ousama” invece di “osama” non perché veda le “u” mute e voglia fare la figa del villaggio ma principalmente perché in questo periodo ho subito una quantità mostruosa di film, documentari, film-documentari su Osama Bin Laden, non per qualche attacco di estremismo o per commemorare qualche anniversario ma solo perché era onnipresente nella programmazione sky e... insomma... quando ne vedi uno poi te li spari tutti visto che sono lì comodi. Quiiiindi, come già detto, tengo la “u” per sedare gli scoppi di ilarità (e poi nel resto del mondo solitamenta la u resta o usano la Ō)

Novel
Micro-premessa: so benissimo che è una tara mia (o qualcosa del genere) ma quando ho avuto per le mani il pack e ho visto che la novel era in cartonato sono rabbrividita... Ok, è vero, me medesima è la signora delle edizioni di lusso e si capisce subito quando una serie di romanzi mi sfava perché da un certo punto in poi diventano edizioni economiche (vedi un certo mondo emerso *cof cof*) che ovviamente non ho comprato io ma sinceramente un editore di manga dovrebbe restare sempiternamente nella brossura, usare solo quella, e non osare sforare in edizioni leggermente differenti dal suo solito (si, tristemente preferivo l’edizione molliccia schifida delle novel di VK --> anzi l'edizione japan side di yakumo non mi pare malvagia [lo leggerò mai!?]). Probabilmente si tratta di un trauma generato dalle edizioni francesi *fufu* viva le “economiche” brossurate!

Detto questo, salvo qualche norma redazonale usata randomize (però le regole del re e nomi per lo meno sono uguali tra le due versioni), il volume è fatto decentemente.
Certo costa 14€ (prezzo un po’ basso ma decisamente più motivato del prezzo del volume del manga, vedi sotto) e la carta è un po’ troppo trasparente, l’inchiostro offende il naso, ma non è nulla di troppo pessimo, ceeeeerto si poteva evitare di fare una sovracoperta e un “faigo” cartonato e lesinare meno sulla carta ma va beeeeeeeeeh *pecora mode on*.
Inoltre sono ancora perplessa sullo sbattere a destra e a sinistra la sua origine “cellularosa” questo perché è già raro che arrivi una novel da noi, e quindi basta quello a far drizzare le orecchia a un otaku, ma sbandierando ai quattro venti che inizialmente usciva a puntate per cellulari temo che abbassi le vendite invece di alzarle perché molti storceranno il naso (e non per colpa del mefitico inchiostro).

Nonostante il mio “impegno” nella divulgazione delle jappiche novel in realtà odio visceralmente la prosa giapponese, odio mortalmente le light novel, i romanzi impegnati e tutto ciò che sta nel mezzo.
Mi irritano, come mi irrita la recitazione del 99% dei live action, non posso farci nulla, non è un moto anti-otaku è solo che sono fatta così.
Ho già avuto discussioni con i traduttori amatoriali questo perché io sono per falciare totalmente lo stile originale e occidentalizzarlo il più possibile (non prendetelo come un "preferisco leggere spaghetti invece che ramen" perché non è di questo che stiamo parlando), mi vengono i brividi a leggere periodi brevi descritti in prima persona al presente, scusatemi tanto se sono una venduta della “terza al passato” e delle frasi vuote, ampollose e drammaticamente descrittive.
Tra Tolken e il 90% delle novel giapponesi sceglierei Tolken (che decisamente non adoro) senza un attimo di esitazione.
Si rischia di vedere la Suppy che prende a testate un muro dopo alcune pagine di testi scritti al presente, 0 descrizioni dell’ambiente o dei personaggi, e dialoghi che sono solo una serie di battute che manco si capisce chi parla; insomma non accetto gli esordienti che scrivono così figuriamoci se posso essere felice di spendere dei soldi e trovarmi davanti una cosa che boccio su tutta la linea *fufu*
Comunque sono quasi tutti così i jappo-novellisti, talvolta i traduttori si appoggiano un po’ troppo a questa scusa ma salvo alcuni passaggi e termini Osama Game è leggibile, per essere quello che è...

Trametta: [basso livello di spoiler]
Il protagonista, Nobuaki Kanazawa, numero 12 nel registro di classe, è un bravo ragazzo che tiene immensamente alla sua ragazza, Chiemi, e al suo miglior amico Naoya per cui è pronto a far tutto.
Un giorno sul cellulare di tutti i membri della Prima B arriva un messaggio, il Gioco del Re è iniziato ed è impossibile lasciarlo fino alla sua conclusione, come è vietatissimo infrangerne il regolamento o gli ordini che si ricevono, firmato il Re.
Inizialmente i ragazzi, tra alti e bassi, si divertono a eseguire stupidi ordini come bacetti e sleccazzate ma ben presto (fin troppo presto ad esser sinceri) gli ordini si fanno sempre più scabrosi e trucidi, senza contare la moria degli studenti che finiscono per non ubbidire (o ubbidire).
Impiccagioni, auto-combustione e teste che volano, in poco tempo dei 32 studenti (wow, in italia il massimo è 25 o giù di lì) ne restano giusto quelli per occupare a stento le dita di una mano.
Alla fine il nostro protagonista riuscirà a scoprire l’origine, anzi un luogo in cui “il gioco del Re” si era già svolto, e lo “vincerà”.

Commento alla Trama: [spoiler a palla]
I punti peggiori, le cadute abissali di stile, trovo siano i “piagnistei mortali” (indegno autore per caso hai notato che avevi troppi personaggi e ti eri rotto di gestirli malamente?) Chiemi quando agisce, indipendentemente da cosa dice o fa, e ovviamente il finale.
Iniziamo col dire fin da subito che il caos regna sovrano, i personaggi non sono minimamente descritti o caratterizzati (vedi dopo) e anche l’identificativo sul registro diventa ben presto inutile.
Ci sono 32 “personaggi” ma il 99% viene citato ogni tanto, salvo quando muore, e non si intuisce minimamente il rapporto tra loro e il protagonista, insomma stan lì a far massa e allungare la broda ma la loro esistenza è alquanto dubbia.

Il protagonista è totalmente asservito alla trama e la sua caratterizzazione fa ridere i polli (I know, I know, devo smetterla di lamentarmi di questo marchio di fabbrica orientale ma mi irrita moooolto più della prima persona al presente!!).
Inizialmente viene descritto come un ragazzino random, nemmeno il gran figo della classe, ma a tratti si improvvisa leader provetto, innamorato cronico pronto però a spingere la ragazza a scopare con l’amico che va salvato a tutti i costi, senza contare gli attimi da filosofo genio in cui spara ragionamenti e dialoghi lunghi chilometri da far morire di vecchiaia Yagami Raito e L insieme.
Chiemi stessa è ben poco reale, se inizialmente si comporta come una normale ragazza pura e altruista, che si preoccupa delle studentesse traumatizzate dagli ordini, dopo poco si riduce a essere il deviato sogno di ogni ragazzino fappatore; non protesta minimamente quando deve farsi Naoya (0 scrupoli) e per ‘more suo è pronta e denudarsi in pubblico e mettersi in ridicolo senza un briciolo di amor proprio, il tutto stride con la sua iniziale descrizione di “brava ragazza” senza contare che è lei la causa di tutto, cosa che poi si capisce tristemente da metà romanzo.
Ria, la nemica-amica, poteva essere un ottimo personaggio, cupa e stilemma emo, una ragazza che cerca di autoconvincersi che morire sia meglio che sopportare questa triiiiiste vita, peccato che se inizialmente abbia un po’ di pepe coi suoi sabotaggi e discorsi da sberle ben presto sembra dimenticare i suoi obbiettivi autodistruttivi e appare qua e là senza motivo alcuno, peggio di un fungo, giusto per allungare la lista dei presenti e sparare ovvietà.
Triste da dire ma forse Naoya, l’amico celebroleso, un po’ cotto della girlfriends del bestfriends, è il più coerente del trio protagonista alla fine è sempre la sfigata spalla e ha una ovvia brutta fine ma per lo meno si comporta dignitosamente.

Infine, cosa che ho ripetuto fino alla nausea (ma lo ammetto è colpa mia, insomma era ovvio che avrebbero usato sempre la solita scusa), odio tremendamente l’uso delle vie facili per spiegare tutti gli enigmi.
Il lettore si spreme le meningi, ragiona e cerca di capire chi sia il nemico, se è nella classe o se è uno stalker esterno; cerca anche di raccapezzarsi tra tutti i personaggi, tutti quei nomi buttati lì; cerca indizzi nei vari ordini, chi favoriscono, chi ne è esente (guarda caso metà “protagonisti”).
Tanti sforzi inutili, perché è... è un fottuto japphorror! Colpevoli? Spiegazioni? Neeee, è sempre una entità Y misteriosa di cui non soprai mai nulla, un po’ “spiritellosa” e maledetta che senza motivo rovina la vita dei comuni mortali.
C’è la classe maledetta, ci sono le morti trucide e il tutto comandato da un irata entità maligna (o qualcosa del genere)... Come? No, non è il sequel-prequel di Another (dovere di cronaca: sono quasi contemporanei, sia novel che trasposizione manga).
Sinceramente alla terza, quarta, quinta, sesta, ecc... volta che tutto l’intreccio incasinato viene risolto così allegramente a me viene solo voglia di spaccare la costala del libro sul ginocchio e spargere pagine al vento (una fine poetica).

Quindi, tirando le somme, l’edizione per 14€ è buona ma la storia dentro non è nulla di eccelso, o originale, ma tutto sommato si fa leggere senza ledere troppo il cervello e in una serata e belle archiviato e pronto per il caminetto.

Il Manga
Come detto prima trovo stupido far uscire la novel, in cui viene svelato tutto, insieme al primo volume del manga (che si e no arriva a pagina 20), certo ci sono delle differenze abissali tra il manga e la novel: il manga è molto più leggero e scemo, ma grazie ai disegni è assai più comprensibile e meno caotico della controparte originale (sto dicendo che per una volta è meglio il derivato dell'originale? Uhm... forse si).
Per certi versi, anche se ho visto ben poco fin ora, preferisco il manga perché le sue differenze (per quanto idiote e farcite di pessime gag) rendono i personaggi più coerenti.
Il protagonista è un cazzone, il classico protagonista idiota e un po’ pervertito degli shonen scolastici e a grandi linee tende a comportarsi sempre a quel modo.
Inoltre viene descritto un minimo il rapporto con gli altri studenti (Chiemi e Naoya esclusi); una delle principali differenze è Daisuke, non sono grandi amici ma la situazione estrema e un inaspettato sogno comune (cosa totalmente assente nella novel) li uniscono per l’ultima serata dell’occhialuto.

Quindi a livello di “trama” il manga appare più coerente (e non solo grazie al “supporto grafico”), almeno inizialmente, ma la cosa che mi ha sempre lasciata perplessa (ben prima di prendere in mano il volume italiano) sono i disegni.
Mentre le cover sono alquanto artistiche e tutto sommato carine, con una vaga vena di colorazione finto tradizionale, i disegni all’interno sembrano deformati plagi delle tavole di Bakuman.
D’altro canto i disegni di Bakuman sono solo una versione meno realistica di quelli che Obata usò per DN, quindi forse è meglio dire che i disegni di Renda “Osama Game” Hitori puzzano un po’ di Obata ulteriormente stilizzato e coi fondali presso che inesistenti, tratto che non mi fa impazzire, e spesso i volti vengono deformati in maniera quasi ridicola (vedi Chiemi in kiss mode che di colpo pare un molliccio mochi) o improvvisamente le loro fatteze mutano quanto basta per farti venire il dubbio che sia una copiatura presa da qualche parte...
Insomma uno stile acerbo, incostante che ti fa chiedere da dove cavolo spuntino fuori le cover... D’altro canto ci sono già abbastanza inglesi che litigano e speculano sulla faccenda (con contorno di Ohba) e io mi fermo qui :P Inoltre il sequel, manga, è disegnato da un’altro, quindi non incasiniamoci troppo *ruzzola*

Come accennato prima quando a fine lettura ho letto il prezzo del manga ho strabuzzato gli occhi (ho ordinato il pack, quindi qualcosa ho risparmiato). Il volume costa illogicamente 7.50€.
Ricordate i miei inaspettati elogi a Ooku? Beh, la Planet si è rifatta con Osama perché, anche se il prezzo gonfiato fosse il risultato di un maldestro tentativo di tappare la perdita generata dalla novel, 7.50€ è pura follia.
La sovracoperta non è niente di eccelso, la copertina è di carta spessa decente ma nulla di che e soprattutto è in scala di grigi (niente gradienti dorati come i primi Ooku), la carta interna è trasparentina (non ci sono pagine patinate e/o a colori) e il nero non fete come la novel ma in soldoni non è nulla di eccezionale, non ha un formato gigantogerrimo, non ha pagine a colori, non ha uno sproposito di pagine che lo rende un mattone, insomma... almeno Pun Pun (si lava subito le mani) aveva una sovracoperta particolare mentre come scusa Osama non ha nulla.

Quindi, conclusione complessive novel-manga:
-    Carino, poco impegnativo, il solito horror senza arte ne parte
-    Il manga ha un prezzo senza senso, se proprio dovete comprarlo prendetevi il pack con la novel così decidete anche se comprare i volumi dopo (inoltre il manga è utile per capire chi è chi usando il registro di classe che c’è a inizio volume)
-    Non è un opera d’arte, in nessun campo, ma non nego il potenziale vendite visto il genere e i disegni
-    Disgraziatamente la Suppy non gradisce nessuno dei due, prevedo che i prossimi li leggerò per non appisolarmi sulla cassa
Voto generale: 6
Tutto sommato si merita una sufficenza, perché comunque prende nonostante la sua prevedibilità e scorre alquanto bene; si spera che il manga sia più digeribile dell’originale, comunque resta un manga/novel che non brilla sotto nessun aspetto è, semplicemente, poco mortale.

Perla di saggezza yaoista: un Ousama Game, King Game, Gioco del Re, antecedente a questo che anche in originale ha il medesimo nome ed è il volume unico della Ryo Takagi, annata 2006. Una raccolta di storielle brevi incentrate sugli assurdi principi e i loro amanti, un volume alquanto confuso visto che si assomigliano un po’ tutti :P

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